Dalla Cantina alla Tavola
Come Conservare e Servire il Vino a Casa

Guida pratica per godere appieno ogni bottiglia, dal primo sorso al perfetto servizio
Conoscere il vino significa anche saperlo custodire e servire per valorizzarlo al meglio.
Non basta scegliere l’etichetta giusta: è il gesto successivo, spesso invisibile, a fare la differenza tra un’esperienza qualsiasi e un momento davvero memorabile.
Conservazione: il tempo come alleato
Il vino è vivo, e come ogni essere vivente risente del tempo, della luce, della temperatura.
Se non si possiede una cantina professionale, il primo consiglio è evitare gli sbalzi termici: un armadio buio e fresco, una credenza lontana da fonti di calore o una piccola cantinetta climatizzata possono essere ottime soluzioni domestiche.
- Luce: meglio evitarla, soprattutto quella diretta. I raggi UV possono alterare la struttura del vino, in particolare nei bianchi.
- Temperatura: l’ideale è tra i 12°C e i 16°C, costante nel tempo. Evita soffitte, cucine calde o ambienti soggetti a variazioni stagionali.
- Posizione: bottiglie sempre orizzontali, per mantenere umido il tappo in sughero e prevenire ossidazioni.
- Vibrazioni e odori: meglio luoghi tranquilli e inodori. Il vino ha memoria, anche del suo silenzio.
Servizio: un rituale
Aprire una bottiglia è un gesto di attenzione, cultura, cura.
Servire bene il vino a casa è una forma di ospitalità elegante, ma anche un piacere personale che può trasformare una cena in un’esperienza.
La temperatura giusta
- Bollicine: 6–8°C
- Bianchi giovani: 8–10°C
- Bianchi strutturati o macerati: 10–12°C
- Rosati: 12°C
- Rossi leggeri: 14–16°C
- Rossi importanti: 16–18°C
- Vini dolci: 10–12°C
Un errore comune? Servire tutto a temperatura ambiente, che in una casa moderna equivale spesso a 22–24°C: troppo caldo anche per i rossi.

Il calice giusto
Non servono mille bicchieri diversi, ma una piccola selezione ben studiata può cambiare radicalmente la percezione del vino:
- Per i bianchi: calici slanciati, di media ampiezza, per conservare freschezza e profumi.
- Per i rossi: calici più ampi, per favorire l’ossigenazione e valorizzare la complessità aromatica.
- Per le bollicine: una flûte ampia o un calice da bianco, per apprezzare anche il profilo olfattivo.
- Per tutto il resto: un buon calice universale, trasparente e sottile, è un alleato perfetto per ogni occasione.
L’importante è che il vetro sia incolore, sottile e privo di decori: deve accompagnare, non distrarre.
Ossigenazione: una questione di tempo e calice
Il rituale del decanter ha un suo fascino, ma nella maggior parte dei casi è superfluo o addirittura controproducente.
A meno di non dover gestire un grande vino con depositi importanti, basta aprire la bottiglia qualche minuto prima e soprattutto servirla nel calice giusto.
Il tempo, ancora una volta, fa la sua parte.
Un gesto quotidiano, una cura speciale
Servire bene il vino significa valorizzare non solo la bottiglia, ma anche il momento che si vive.
Dietro ogni calice c’è una storia, un paesaggio, un gesto agricolo.
Portarli in tavola con consapevolezza è il modo migliore per onorarli.
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